Il territorio

Giba durante l'età moderna e contemporanea

a Giba l'età moderna iniziò nel 1487, con l'acquisto del comprensorio da parte di Nicolò Gessa. Durante i secoli successivi, la zona fu inserita nel Marchesato di Villarios e nel 1839 il sistema feudale venne abolito, ma solo nel 1928 Giba venne elevata a comune autonomo

Il medioevo di Giba terminò nel 1487, quando la città venne acquisita da Nicolò Gessa insieme a Piscinas. L’inizio dell’età moderna coincise con il declino e lo spopolamento della zona, fenomeni accentuati dallo spostamento della sede vescovile ad Iglesias nel 1503 e dalle ricorrenti incursioni di pirati dal Nordafrica. Tale tendenza si invertirà nel corso del Seicento, con il progressivo ripopolamento di Giba attorno alla chiesa di San Pietro: inserita nel Marchesato di Villarios al pari di Masainas e Sant’ Anna Arresi, nel 1647 venne concessa come feudo a Francesco Amat di San Filippo.

Nel 1839 il secolare sistema feudale venne soppresso e nel 1853 Giba entrò a far parte del comune di Villarios: in questo periodo il paese, già dotato di una chiesa parrocchiale, iniziò i lavori per una nuova scuola. Il 1891 fu l’anno in cui Giba venne sottratta all’isolamento: la società transalpina Forges Artes realizzò infatti la ferrovia per trasportare carbone e distillati dalla foresta di Pantaleo a Porto Botte, dove le merci erano imbarcate sui velieri diretti a Marsiglia e Tolone. Nel 1928 Giba divenne un comune autonomo, originariamente con il nome di Villarios-Masainas: ne facevano parte anche gli insediamenti di Villarios, Masainas, Sant'Anna Arresi e Piscinas, che si resero indipendenti nel corso del dopoguerra. Una parte dell'antica Giba si trovava più a nord rispetto alla posizione attuale, in una zona denominata "Tului" che ora appartiene al comune di Tratalias, e che in precedenza era parte della baronia di Villaperuccio.

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